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POSSIBILE REVISIONE DEI BONUS EDILIZI: I NUOVI ORIENTAMENTI GOVERNATIVI

15 miliardi di euro in frodi nei bonus edilizi. Le rivelazioni emergono, per conto del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, durante le audizioni in Senato sul decreto Superbonus.

Si discute anche una proposta per destinare una parte dei fondi recuperati ai comuni collaborativi.



Un cambio di strategia 

Il Governo italiano si appresta a rivedere radicalmente le politiche di incentivi nel settore edilizio, originariamente pensate per facilitare l’accesso a sconti e agevolazioni per la ristrutturazione e il miglioramento energetico degli immobili. Queste misure, introdotte dai governi precedenti, si sono purtroppo rivelate soggette a sfruttamento improprio, con truffe che hanno raggiunto i 15 miliardi di euro, spingendo il Governo verso una riformulazione del sistema di incentivi.

Durante le audizioni in Commissione Finanze al Senato, importanti figure istituzionali hanno fornito un quadro dettagliato della situazione. Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha evidenziato come il monitoraggio attivo abbia permesso di intercettare frodi significative: “nel settore dei bonus edilizi abbiamo intercettato, insieme alla Guardia di Finanza, truffe per circa 15 miliardi di euro“. Di questi, 6,3 miliardi sono stati bloccati attraverso controlli preventivi, mentre per gli altri 8,6 miliardi sono stati emessi decreti di sequestro.


In campo anche le Regioni?

Il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ha avanzato la proposta di una “compartecipazione” degli enti locali nel processo di recupero dei bonus ottenuti mediante frode, riconoscendo che tale fenomeno ha avuto impatto su scala nazionale. In tale contesto, il coinvolgimento attivo degli enti locali, appoggiandosi alle forze di polizia locale, potrebbe rappresentare un meccanismo efficace per instaurare un circolo virtuoso. 

Tuttavia, per attuare questa strategia è indispensabile l’introduzione di una normativa ad hoc che regolamenti la compartecipazione e definisca il quadro di intervento delle diverse amministrazioni. Questo sistema di cooperazione non solo aumenterebbe l’efficienza nel recupero dei bonus illecitamente percepiti, ma potrebbe anche risultare in un beneficio economico diretto per gli enti locali coinvolti.

Tale proposta ha ricevuto un’accoglienza positiva anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), evidenziando un ampio consenso sulla necessità di una collaborazione intergovernativa per affrontare efficacemente il problema dei bonus frodati a livello locale.


Restrizioni necessarie con un monitoraggio più severo

Giovanni Spalletta, direttore del Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia, ha sottolineato la necessità di una nuova architettura per gli incentivi fiscali. Le proposte future prevedono limitazioni più severe e tassi di contributo più contenuti per prevenire abusi: “gli incentivi fiscali devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose e prevedendo limitazioni più stringenti nei massimali di spesa“. Questo approccio mira a ridurre i comportamenti opportunistici e a stabilizzare le previsioni degli effetti finanziari delle misure.

Un’importante svolta proposta è la trasformazione dei crediti di imposta in contributi diretti, che richiederebbero procedure di autorizzazione preventiva. Questa misura non solo faciliterebbe un monitoraggio più efficace, ma anche una gestione più trasparente e sicura dei fondi pubblici: “la trasformazione dei crediti di imposta in contributi diretti di spesa soggetti a procedure di autorizzazione preventiva per accedere ai benefici, appare oggi raccomandabile“, ha affermato Spalletta.


Prospettive future

La riforma degli incentivi edilizi si presenta come una necessità impellente per contrastare le frodi e ottimizzare l’efficacia delle politiche di sostegno al settore. Le autorità competenti stanno delineando un futuro in cui gli aiuti saranno più controllati e mirati, garantendo una gestione più sostenibile delle risorse e una maggiore equità nell’accesso ai benefici.

La strada verso la riforma sarà guidata da una collaborazione stretta tra istituzioni e comuni, puntando a riconvertire una percentuale delle somme recuperate in supporto ai comuni che collaborano attivamente con lo Stato in queste iniziative. 

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