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DECRETO ANTICIPI E AFFITTI BREVI: ARRIVA LA RISPOSTA DI 14 ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA



Nella seduta del 7 dicembre 2023, il Senato ha approvato il ddl n.912 di conversione in legge del decreto-legge 145/2023, anche noto come “Decreto anticipi”.

Sono numerose le misure contenute all’interno del provvedimento, che dovrà essere convertito in legge entro il 17 dicembre.

Tra queste, le nuove norme sugli affitti brevi, cui hanno fatto seguito una serie di considerazioni e di perplessità da parte delle associazioni di categoria.


Decreto anticipi, la reazione dei proprietari e degli operatori professionali

Dopo l’approvazione del decreto anticipi è arrivata la risposta delle associazioni di categoria che hanno partecipato al tavolo di confronto con il Ministro del Turismo, più nel dettaglio:


  • Confedilizia;

  • Fiap;

  • Prolocatur;

  • Aigab;

  • Confassociazioni RE;

  • PMI;

  • Rescasa Lombardia;

  • Host+Host;

  • Host Italia;

  • Bre-VE;

  • Myguestfriend;

  • OspitaMI;

  • Abbav e F.A.R.E.

Se, da un lato, queste associazioni rappresentanti proprietari, intermediari e gestori professionali hanno accolto favorevolmente la sostituzione dei tanti codici regionali con un unico codice nazionale (CIN – Codice Identificativo Nazionale), dall’altro lato, si sono dichiarate contrarie ad altre disposizioni, definitive “ostative”.


Le perplessità delle 14 associazioni di categoria

Come si legge nel comunicato stampa (presente anche sul sito della FIAIP), le 14 associazioni di categoria soprammenzionate ritengono che alcuni vincoli e obblighi sugli affitti brevi, se introdotti (soprattutto nelle aree interne e nei borghi), scoraggeranno l’investimento immobiliare volto alle locazioni turistiche, “il tutto inficiando indebitamente i risparmi delle famiglie italiane accumulati spesso in anni e anni di sacrifici.”

Tra questi, l’obbligo di attrezzare l’appartamento con dispositivi per rilevare il gas e il monossido di carbonio e di fornire estintori portatili nella casa affittata. Si tratta di regole in vigore per gli aberghi.

L’appello, dunque, è che vengano eliminate queste disposizioni, perché ritenute “fattivamente dannose per la proprietà, per il mercato immobiliare e per l’intera economia”. Inoltre, secondo i rappresentati delle associazioni potranno avere un impatto negativo sull’evasione fiscale, oltre che causare un aumento dei prezzi per le camere d’albergo.

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