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AFFITTI BREVI, NUOVE REGOLE: COME FUNZIONA IL CODICE CIN



Ormai da alcuni decenni, tanto in Italia quanto nel resto d’Europa, hanno preso piede in maniera esponenziale i cosiddetti affitti brevi. Sull’onda dei servizi offerti dalle piattaforme web del settore immobiliare (che garantiscono la possibilità di comparare le diverse soluzioni abitative e di scegliere quella occupabile al minor prezzo), sono tantissimi i cittadini che hanno scelto di creare un proprio account e formulare un annuncio per la locazione temporanea di una seconda o di una terza casa.

Mentre questa tendenza andava diffondendosi come mai prima d’ora, gli agenti della Guardia di Finanza e i tecnici dell’Agenzia delle entrate hanno notato un aumento esponenziale del volume di evasione fiscale derivante da questa attività.

E così, giunti alla fine del 2023, l’attuale governo ha deciso di inserire il cosiddetto Codice identificativo nazionale (conosciuto con l’acronimo di CIN), che dovrebbe favorire l’emersione delle somme sottratte all’erario pubblico.


A cosa serve e chi deve dotarsi del codice CIN per gli affitti brevi

In molti, dunque, si stanno chiedendo cosa sia il Codice identificativo nazionale, chi dovrà dotarsene e come dovrà essere utilizzato.

Tutte le risposte a questi quesiti sono reperibili sulla pagina online del Ministero del Turismo, ossia quello delegato alla regolamentazione dei contratti di affitto sul territorio statale.

In particolare, il codice CIN andrà a identificare sia le locazioni brevi delle attività turistiche ricettive, sia quelle delle locazioni turistiche private.

In sostanza, il dicastero assegnerà una serie alfanumerica di lettere e cifre a tutte le unità immobiliari adibite ad uso abitativo per affitti brevi.

La procedura sarà automatizzata, ma dovrà essere il proprietario dell’immobile a darle il via: infatti, appena si decida di annunciare la disponibilità dell’abitazione per una locazione breve, tutti i dati catastali ad essa relativi dovranno essere caricati sul portale del ministero in modalità telematica.


Come funziona il codice CIN per gli affitti brevi: le sanzioni per chi non lo possiede o non lo espone

D’ora in avanti, per chi non si doterà del Codice identificativo nazionale scatteranno le sanzioni pecuniarie previste dalla legge.

Nello specifico, in relazione alla metratura dello spazio abitativo e alla sua collocazione urbanistica, è prevista una multa da 800 a 8mila euro per le attività ricettive turistiche e per tutti i soggetti locatari di immobili che non si doteranno del codice CIN.

Allo stesso modo, verranno puniti anche coloro che – nel tentativo di sfuggire al monitoraggio statale – sceglieranno di non esporre il codice CIN nonostante lo abbiano ottenuto. In particolare, per questo tipo di situazione è prevista una sanzione più ridotta della precedente, quantificabile tra i 500 e i 5mila euro.

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