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CHIUSURA DI UN CONTRATTO DI AFFITTO: COME FUNZIONA LA DISDETTA

Quando è in essere un contratto di affitto di un appartamento, può nascere l’esigenza di chiuderlo anticipatamente comunicando la disdetta.

Per effettuarla però esistono regole e procedure da rispettare.

Vediamo come funziona la chiusura di un contratto di affitto, chi può farla, con quali modalità e termini.

Come funziona la disdetta del contratto di affitto

La disdetta anticipata del contratto di locazione porta alla chiusura dell’accordo tra il proprietario dell’immobile che lo mette in affitto, ossia il locatore, e l’inquilino, cioè il locatario, prima della naturale scadenza stabilita dal contratto stesso.

La disdetta deve essere effettuata per iscritto tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, in modo che ci sia una traccia ufficiale.

Tale comunicazione va data entro un periodo di tempo stabilito dal contratto stesso, rispetto alla data in cui si intende far cessare la locazione.

A seconda dei casi, l’operazione di chiusura può essere gratuita o avere un costo di 67 euro.


Chi può fare la disdetta

Il recesso dal contratto di locazione può essere effettuato dal locatario e solamente in alcuni casi specifici anche dal locatore.

L’inquilino può chiudere anticipatamente il contratto di affitto in qualsiasi momento e in presenza di motivazioni oggettive, quali per esempio il trasferimento in un altro luogo per motivi di lavoro.

Egli deve effettuare la comunicazione al proprietario 6 mesi prima o 3 mesi prima (sulla base di quanto indicato nel contratto) rispetto al giorno in cui intende lasciare l’immobile.

Qualora il termine non venga rispettato, il locatore potrà richiedere il pagamento dei mesi di affitto mancanti.

In alcuni casi, anche il proprietario può dare disdetta anticipata del contratto, secondo le stesse modalità seguite dall’inquilino.

Essi sono:

  • in occasione della prima scadenza del contratto;

  • volontà di destinare l’immobile a coniuge, genitori, figli e parenti fino al secondo grado;

  • se l’inquilino dispone di un altro immobile nello stesso comune;

  • se l’inquilino non paga le spese condominiali per almeno tre rate e con ritardo di 20 giorni;

  • necessità di ristrutturazione dell’immobile a causa di uno stato di degrado;

  • necessità di vendere l’immobile.

Il proprietario dovrà destinarlo all’uso indicato come motivazione della disdetta entro 12 mesi dalla data della stessa; se ciò non avviene l’inquilino può chiedere di tornare nell’appartamento o di avere il risarcimento dei danni.





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