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Due famiglie su tre non possono permettersi di comprare casa: il Rapporto sull’Abitare 2024 di Nomisma

Il sogno di possedere una casa di proprietà sfuma per due famiglie su tre: cosa dice il Rapporto sull’Abitare 2024 di Nomisma.


Il recente Rapporto sull’Abitare 2024, pubblicato da Nomisma, mostra una situazione immobiliare sempre più critica per le famiglie italiane, in un contesto economico generale di obiettiva e crescente difficoltà. Secondo il report infatti, soltanto 980 mila famiglie, su tre milioni circa interessate all’acquisto di una casa nell’arco di un anno, hanno le necessarie possibilità economiche per farlo. Un dato allarmante, che riflette una chiara flessione negativa del potere d’acquisto e una tendenza sempre maggiore a favore delle locazioni di immobili, scelta per molti obbligata.


La crescita della domanda di affitti a discapito dell’acquisto


A causa della difficoltà di acquisto, Il Rapporto Nomisma 2024 ha registrato uno spostamento del 60% della domanda verso il mercato degli affitti,  già di per sé in forte ascesa e sotto pressione, con canoni di locazione che continuano ad aumentare più rapidamente rispetto ai prezzi di vendita. Ciò comporta inevitabilmente maggiori sacrifici per chi deve ogni mese pagare un affitto, dovendo fronteggiare e sostenere costi sempre più onerosi.

Potere d’acquisto inadeguato e ricorso ai mutui in calo

Il rapporto Nomisma 2024 evidenzia come il reddito disponibile sia insufficiente o inadeguato per tre famiglie italiane su cinque, nonostante sia ben percepibile nelle intenzioni, una crescente domanda o desiderio di acquisto di immobili. La percentuale di famiglie disposte a richiedere un mutuo per acquistare casa è di fatto scesa dal 77,9% del 2023 al 75,6% nel 2024, innescando una sorta di “autoselezione” delle famiglie stesse. Una situazione che riflette una chiara fragilità economica, frenando le ambizioni di possedere una casa, dirottando molte famiglie a considerare la locazione come unica alternativa.


Impatto sul mercato delle ristrutturazioni: bonus edilizi ridotti e meno interventi


A seguito della riduzione di agevolazioni fiscali, il report segnala anche un calo delle domande di ristrutturazioni. La recente analisi del rapporto di Nomisma, realizzata insieme al CNA, stima che la riduzione dei bonus edilizi comporterà una diminuzione della domanda di ristrutturazioni per un valore di 97,3 miliardi di euro in tre anni. Si prevede che 3,5 milioni di famiglie potrebbero rinunciare ai lavori previsti, generando un impatto negativo sul valore aggiunto e nel settore edilizio in termini di posti di lavoro.


Verso il 2025: le prospettive per il mercato immobiliare italiano


La contrazione dei bonus edilizi avrà inoltre conseguenze sociali e ambientali, penalizzando progetti destinati all’abbattimento di barriere architettoniche e interventi mirati per il risparmio energetico. Il Rapporto sull’Abitare di Nomisma 2024, stima infatti che la riduzione o una eventuale totale abolizione degli incentivi, porterà inevitabilmente ad una significativa riduzione dei risparmi energetici con forte impatto diretto sui costi delle materie prime.

Guardando avanti, la legge di bilancio prevede quindi una riduzione delle spese per le ristrutturazioni, che si attesteranno sui livelli antecedenti il 2011, con una stima di investimenti pari a 14 miliardi di euro. Un calo che potrebbe determinare la perdita di 17 miliardi di valore aggiunto e la mancata attivazione di 300mila posti di lavoro.

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