In attesa dell’agognata riforma del catasto per fare chiarezza anche sugli immobili fantasma, sappiamo che l’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di proprietari di case.
Per valutare caso per caso, occorre affidarsi a una specie di “indicatore”, cioè di misuratore del valore attribuito a ciascun immobile, sia fabbricati che terreni. Questa misura si chiama tecnicamente “rendita catastale”. È un parametro fondamentale perché, ad esempio, gli immobili di categoria F non sono idonei a produrre reddito, quindi valore. Stando agli ultimi rilievi statistici, in Italia la rendita catastale complessiva rilevata nel 2021 è stata pari a 38,1 miliardi di euro, superiore dello 0,5% rispetto al 2020. La rendita media delle case italiane è di 490 euro.
Cos’è la rendita catastale?
A differenza di un bene come l’automobile, la casa può acquisire valore nel tempo. Questo valore può aumentare (ma anche diminuire) a seconda di numerose variabili: zona geografica, sviluppo demografico ed economico, servizi pubblici, tasse e imposte da pagare, ecc. Insomma, una casa può essere un investimento redditizio, mentre l’auto si usura e casomai diventa un bene da rottamare.
La rendita catastale è il valore che viene attribuito ad ogni immobile, sia ai fabbricati che ai terreni. Detto in parole semplici, è la rendita media ordinaria che l’immobile è capace di produrre per sua natura, indipendentemente da quello che poi concretamente produce nella realtà dei fatti.
Come si trova la rendita catastale
Questo dato (valore) è quello che l’Agenzia delle Entrate attribuisce a ogni singolo bene immobile, fabbricato e terreno, in grado di produrre o generare un reddito. La rendita catastale è un dato reperibile al Catasto Fabbricati. Può essere reperito consultando le documentazioni tecniche dell’edificio o cercato sul sito dell’Agenzia del Territorio competente, tramite un servizio di visura catastale online, avendo però i dati inerenti al foglio, alla particella e al subalterno dell’immobile.
Perché è importante conoscere la rendita castale
Al Fisco questo dato interessa soprattutto perché rappresenta la base imponibile per il calcolo di alcune imposte sugli immobili (Imu, Tasi, ecc.). Questa base dipende dalla consistenza dell’unità immobiliare (superficie, vani, volumetria) e dalla tariffa d’estimo unitaria (valore numerico relativo al Comune ed alla zona ove è ubicato il bene immobile, che varia a seconda della zona, della categoria e della classe catastale).
Questo dato è importante anche per stimare le spese nel caso dovessimo acquistare o investire in un immobile.
Dalle varie categorie catastali di appartenenza possiamo prevedere le spese e le imposte che dovremo sostenere nel caso volessimo acquistare un determinato immobile.
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