Il negoziato finale volto ad arrivare all’approvazione della direttiva europea sulle case green (EPBD, Energy performance of buildings directive) è partito. Dopo il via libera del Parlamento europeo lo scorso marzo, il primo trilogo si è svolto il 6 giugno e il secondo incontro formale tra i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione per arrivare a una mediazione su un testo condiviso si svolgerà il prossimo 31 agosto. Ma proprio questo arco di tempo sembra mostrare le difficoltà sull’intesa. L’accordo lampo appare lontano.
Come sottolineato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, nel mese di luglio continueranno a svolgersi gli incontri tecnici (4 e 5 luglio, 17 e 19 luglio) per cercare di ridurre le distanze e le norme potrebbero subire grandi cambiamenti. Se l’intenzione iniziale era quella di chiudere l’accordo entro la fine della presidenza di turno svedese, prevista a fine giugno, è ora chiaro che questo non avverrà. Da luglio e fino alla fine dell’anno, infatti, la presidenza toccherà alla Spagna, alla quale è già stato consegnato il dossier.
Direttiva case green, le discussioni sul testo
Nel corso del primo incontro, sempre come sottolineato dal Sole 24 Ore, particolare attenzione è stata prestata a quattro articoli, nello specifico dal 20 al 24, e su un allegato, il VI. Si è poi discusso di ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento, dei rapporti di ispezione, degli esperti indipendenti, dei sistemi di certificazione dei professionisti dell’edilizi. Il confronto però non ha portato a un completo accordo su queste norme.
La trattativa sembra procedere in salita e non giovano i dubbi del Partito popolare europeo sulle politiche legate all’efficienza energetica. L’obiettivo, in ogni caso, pare rimanere il medesimo: la chiusura della trattiva. La grande incognita, a questo punto, riguarda i tempi.
Direttiva case green, cosa prevede
Si ricorda che, secondo quanto previsto al momento dalla direttiva europea sulle case green, gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033; gli edifici non residenziali e pubblici, invece, dovranno raggiungere le stesse classi energetiche rispettivamente entro il 2027 e il 2030; tutti i nuovi edifici, infine, dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, con la scadenza del 2026 per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche.
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